Estensione ghiaccio marino artico 2021, tra le più basse di sempre

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La tendenza a lungo termine resta allarmante, con una riduzione media del 13,1% per decennio.

Il ghiaccio marino artico ha raggiunto la copertura minima del 2021 collocandosi al 12° posto tra le più basse di sempre. Il 16 settembre ha superato la sua estensione minima riducendosi a 4,72 milioni di chilometri quadrati, secondo quanto riportato dal National Snow and Ice Data Center (NSIDC) degli Stati Uniti. E gli scienziati confermano: il trend di restringimento a lungo termine non si arresta.

Quest’anno il minimo artico è stato più alto rispetto alla media a partire dal 2014, grazie ad un’estate artica più fresca e nuvolosa. Il ghiaccio ha coperto un’area di circa 1 milione di km2 in più rispetto all’anno scorso, che è stata invece la seconda più bassa mai osservata, con 3,82 milioni di km2 di estensione. Ciò non smentisce la tendenza a lungo termine, con l’estensione 2021 che è la dodicesima più bassa in 43 anni di registrazioni satellitari.

“Anche con il riscaldamento globale e la tendenza generale alla riduzione del ghiaccio marino, c’è ancora una variabilità naturale”, spiega Walt Meier, ricercatore senior presso NSIDC. La tendenza resta salda infatti su un tasso di riduzione del ghiaccio marino artico del 13,1% per decennio. “Gli ultimi 15 anni (compreso il 2021) hanno avuto le 15 estensioni artiche minime più basse mai registrate”, continua Meier.

Con l’aumento della temperatura media globale, anni glaciali “migliori” sono sempre più rari, afferma Steven Amstrup, capo scienziato di Polar Bears International, e da considerare ormai un’anomalia rispetto alla tendenza a lungo termine.

Le temperature estive nella regione artica quest’anno sono risultate insolite, in parte a causa dei modelli di bassa pressione atmosferica nell’emisfero settentrionale. A giugno e luglio la debole bassa pressione nell’Artico centrale ha impedito che i venti meridionali più caldi venissero attirati nell’area. Ciò ha garantito un’aria più fredda e quindi una minore riduzione dei ghiacci, insieme alla maggiore nuvolosità che ha contribuito ad ostacolare la luce solare.

Ad agosto, il sistema a bassa pressione si è spostato a nord del Mare di Beaufort e del Chukchi dell’Alaska, producendo temperature dell’aria inferiori alla media di 2-3 °C. I venti invernali dell’anno scorso avevano spinto il ghiaccio meno recente e più spesso nei due mari, “quindi durante l’estate, il ghiaccio era più spesso di quanto non fosse stato negli ultimi anni e questo lo ha reso un po’ più resistente”, osserva Meier.

“Tuttavia, è probabile che vi sia anche un aspetto legato al cambiamento climatico”, aggiunge. “In generale c’è meno ghiaccio vecchio e la copertura di ghiaccio è più sottile. Il ghiaccio più sottile viene più facilmente spostato dai venti e dalle correnti”.

L’aumento del ghiaccio transitorio potrebbe offrire benefici per le specie che sfruttano il ghiaccio per cacciare, afferma Amstrup. Ma a determinare il destino di orsi polari e altri animali selvatici dipendenti dal ghiaccio marino è la tendenza alla riduzione del mare ghiacciato, causata da una crescente frequenza di anni di ghiaccio “cattivo”.