Vita su Marte, la NASA conferma le ipotesi sul cratere Jezero

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L’analisi delle immagini raccolte da Perseverance rivelano come l’acqua abbia modellato il paesaggio del pianeta rosso miliardi di anni fa.

A febbraio scorso il rover Perseverance della NASA atterrava nel cratere Jezero su Marte, una meta obiettivo degli scienziati in quanto considerato sito di un antico lago alimentato da un fiume scomparso. Le ipotesi sulla presenza di sedimenti in questo luogo risulta oggi coerente con le immagini ad alta risoluzione catturate durante la missione, con l’antico delta del fiume che prende finalmente forma.

Lo studio pubblicato su Science ha analizzato le immagini raccolte da Perseverance, dove gli strati all’interno delle rocce rivelano come è avvenuta la formazione del delta. Il team di ricerca in Florida guidato dall’astrobiologa della NASA Amy Williams ha scoperto che le scogliere viste dal cratere hanno caratteristiche simili ai modelli dei fiumi sulla Terra, con gli strati inferiori che testimoniano un flusso costante di acqua iniziale.

L’analisi dettagliata della morfologia degli strati rocciosi suggerisce che Marte doveva essere “abbastanza caldo e umido da supportare un ciclo idrologico”, in un periodo risalente a circa 3,7 miliardi di anni fa, secondo lo studio. Se così fosse, il campionamento dei sedimenti nello strato di base confermerebbero la presenza di forme di vita estinte da lungo tempo, che è l’obiettivo principale della ricerca sul pianeta rosso.

Ora i ricercatori dovranno capire dove inviare il rover per trovare rocce e terreno che potrebbero contenere le preziose firme biologiche di antiche forme di vita marziane. “Dalle immagini orbitali, sapevamo che doveva essere l’acqua ad aver formato il delta”, ha affermato Williams, “ma avere queste immagini è come leggere un libro invece di guardare solo la copertina”.

Nei prossimi anni, Perseverance raccoglierà 30 campioni di roccia e suolo che saranno spediti sulla Terra nel 2030 per essere analizzati in laboratorio. Confermare la presenza di un antico sistema fluviale su un altro pianeta è sorprendente, osserva Williams, ma sapere che Marte ha ospitato la vita un tempo sarebbe una delle scoperte più grandi mai fatte dall’umanità.