I fenomeni di cambiamento climatico e le guerre sono correlati: ecco il nuovo studio dell’Institute of Economics and Peace (IEP)
Il fenomeno del climate change, come è ormai appurato, ha un effetto moltiplicatore su determinati rischi: nonostante le minacce ecologiche esistano già in natura, il cambiamento climatico le sta amplificando, portando l’intero Pianeta a un punto di non ritorno. La domanda che si è posto il think tank IEP (Institute of Economics and Peace) è qualora questo ragionamento valga anche per i conflitti armati.
La risposta sembrerebbe essere sì: il clima agisce su diversi fattori quali l’aumento demografico, che combinato con crisi economiche e rischi ecologici porta a un vero e proprio collasso sociale.
Nello studio vengono anche rilevate le zone più a rischio, che si rivelano essere Africa Meridionale, Angola, Madagascar, i territori del Corno d’Africa e gran parte dei paesi che collegano la Siria al Pakistan.
La situazione sembra essere destinata a peggiorare: mentre al giorno d’oggi si stimano circa 757 milioni di persone sottonutrite, entro metà secolo si potrebbe arrivare a 1,1 miliardi, creando un incremento del 45%.
Il cambiamento climatico, dunque, finirà per devastare gran parte del Pianeta entro la fine del secolo, dandoci un motivo in più per provare a fermarlo in tempo.
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