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Le indagini suggeriscono che la fuoriuscita di greggio non è recente, ma potrebbe essere stata ignorata per molti mesi.
La perdita di petrolio al largo delle coste californiane potrebbe essere iniziata circa un anno fa, contaminando l’oceano e le spiagge senza alcun intervento. Secondo gli investigatori statunitensi decine di migliaia di galloni di petrolio potrebbero essere finiti nelle acque che bagnano Orange County, che ospitano balene, delfini e centinaia di specie animali e sono abitualmente frequentate da surfisti.
La frattura nell’oleodotto della piattaforma Elly è stata scoperta il 4 ottobre al largo di Huntington Beach, in seguito alla formazione di un’enorme chiazza nera nell’oceano. Le operazioni di pulizia e di salvataggio degli animali intrappolati nel petrolio sono iniziate subito, mentre la Guardia Costiera ha avviato un’indagine per risalire alle origini dell’incidente ed individuarne le responsabilità.
Nelle ultime ore i funzionari hanno riferito ai notiziari locali che a causare il trascinamento dell’oleodotto lungo il fondale marino potrebbe essere stata l’ancora di una nave, o più di una. Ma la rottura, secondo le indagini, potrebbe non essere nuova, anzi risalire a mesi o addirittura un anno fa. L’analisi subacquea del tubo danneggiato ha infatti rivelato una proliferazione di organismi marini lungo la crepa il cui sviluppo non è affatto recente.
Le osservazioni subacquee hanno inoltre mostrato che circa 1.200 metri di gasdotto non erano al loro posto, il che suggerisce che siano avvenuti diversi spostamenti nel tempo. Secondo quanto riferito dall’amministratore delegato di Amplify Energy, Martyn Willsher, “l’oleodotto è stato essenzialmente tirato come la corda di un arco”, con la frattura creatasi proprio all’apice della curva, a circa 30 metri dalla posizione originale.
Per capire cosa è successo e risalire alla data dell’incidente saranno analizzate le immagini satellitari, le trasmissioni radio, i modelli di traffico navale. “Analizzeremo ogni movimento delle navi su quel gasdotto e ogni passaggio ravvicinato nell’ultimo anno”, ha affermato il capitano della Guardia Costiera Jason Neubauer.
Nel frattempo continuano le operazioni di pulizia delle acque per salvare gli animali in difficoltà e cercare di arginare il danno ambientale, in quello che è considerato uno dei peggiori disastri ecologici mai avvenuti nella regione. Secondo i funzionari coinvolti nelle operazioni, la quantità di petrolio sversato in mare sarebbe di circa 25.000 galloni, ovvero quasi 95.000 litri.
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