Una società del gruppo Eni è stata sequestrata dalla Procura di Gela, colpevole di non aver bonificato correttamente le acque delle falde.
Il ramo aziendale di una raffineria di Gela (ora sotto il gruppo Eni) che si occupa delle bonifiche non ha rispettato il piano imposto dal Ministero dell’Ambiente per quello che riguarda la bonifica delle acque di falda destinati a finire in mare o nei terreni.
L’azienda è stata preventivamente sequestrata dalla Procura del Comune di Gela dopo che gli accertamenti effettuati hanno registrato livelli oltre la norma di manganese, idrocarburi e mercurio. Sequestrate anche le aree destinate al compimento delle bonifiche, che continueranno sotto la guida di un amministratore giudiziario.
Eni, venuta al corrente dell’accaduto, ha prontamente rilasciato una risposta con la quale prende le distanze dall’accusa, confermando che continuerà a discutere con la magistratura per risolvere la questione nel minor tempo possibile.
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