Il buco dell’ozono antartico è il 13° più grande mai registrato

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Secondo gli esperti NOAA potrebbe persistere fino a novembre o dicembre.

Il buco dell’ozono antartico del 2021 ha raggiunto la sua massima estensione il 7 ottobre, collocandosi al 13° posto per grandezza dal 1979, secondo quanto riferito dagli scienziati NOAA e NASA. Lo sviluppo è avvenuto in circostanze simili a quelle dell’anno scorso: l’inverno insolitamente freddo nell’emisfero australe ha favorito la formazione di un buco più grande e profondo della media, che secondo le previsioni potrebbe persistere fino all’inizio di dicembre.

Lo scienziato Paul Newman del Goddard Space Flight Center della NASA ha affermato che la grandezza del buco dell’ozono quest’anno è stata causata da “condizioni stratosferiche più fredde rispetto alla media del 2021”, sottolineando che sarebbe stato molto più grande senza il Protocollo di Montreal. Nonostante sia tra i più grandi mai registrati, infatti, il buco dell’ozono antartico del 2021 è comunque ridotto rispetto a quelli osservati tra la fine degli anni ’90 e l’inizio 2000.

Studi recenti hanno dimostrato l’efficacia del Protocollo di Montreal e dei successivi emendamenti che vietano il rilascio di sostanze chimiche dannose per l’ozono, ovvero i clorofluorocarburi (CFC). Se le concentrazioni di CFC oggi fossero elevate quanto nei primi anni 2000, il buco dell’ozono antartico di quest’anno sarebbe stato probabilmente di 4 milioni di km2 più grande, nelle stesse condizioni meteorologiche, scrivono i ricercatori della NASA.

L’estensione massima di quest’anno secondo le osservazioni satellitari ha raggiunto i 24,8 milioni di km2, più o meno le dimensioni del Nord America, prima di iniziare a ridursi verso metà ottobre. Gli scienziati hanno rilevato che il valore di ozono totale il 7 ottobre era di 102 unità Dobson più basso, l’ottavo valore più basso registrato dal 1986. Durante il picco di estensione massima, ad altitudini comprese tra 14 a 21 km, l’ozono sopra l’Antartide era quasi completamente assente.