Il Brasile, insieme alla Cina, è l’unico Stato i cui dati sulle emissioni sono aumentati dopo la pandemia: è solo uno dei tanti danni dovuti al disboscamento della Foresta Amazzonica.
Quasi la totalità del nostro pianeta ha registrato, a seguito dei vari effetti della pandemia di COVID-19, dei cali significativi riguardanti le emissioni di gas serra. Sono solo 2, infatti, gli Stati che nell’ultimo anno hanno visto aumentare questi dati: la Cina, con un +1,5%, e il Brasile, con un aumento decisamente preoccupante pari al 9,5%.
La grande differenza che vi è tra Cina e Brasile è che, mentre la prima deve il suo incremento prevalentemente alle emissioni delle industrie, il secondo ha registrato dati nella media per quel che riguarda le emissioni dovute ai vari tipi di industria. Il motivo di questo aumento è il sempre più preoccupante disboscamento della Foresta Amazzonica: la massiccia perdita di alberi causa una netta diminuzione dell’assorbimento di CO2, che è libera di viaggiare verso la nostra atmosfera.
Nel 2020, i dati della sola Foresta Amazzonica basterebbero a renderla il nono maggiore inquinatore al mondo, nonostante si tratti di una regione del Brasile relativamente piccola.
Si tratta di dati estremamente preoccupanti, che dimostrano ancora una volta l’immenso impatto che le azioni dell’uomo possono avere sulla natura.
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