Perché dovremmo smettere di cercare la vita aliena

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Un astrofisico spiega perché oggi la ricerca di vita intelligente nello spazio potrebbe essere una perdita di tempo.

La ricerca sulla vita intelligente nello spazio ha fatto il suo corso e potrebbe essere arrivato il momento di cessarla. Lo dice l’astrofisico del SUNY Stony Brook Paul Sutter, che in una dichiarazione pubblicata su Space.com sostiene che l’affannoso studio dell’universo in funzione del ritrovamento di civiltà extraterrestri oggi potrebbe essere del tutto vano.

“Gli esseri umani hanno scansionato e studiato i cieli alla ricerca di segni di altre civiltà avanzate nell’universo. E non abbiamo trovato nulla. Assolutamente niente”, scrive Sutter nell’articolo. “Quindi forse non dovremmo essere così concentrati sulla vita intelligente, ma su qualsiasi tipo di vita”.

L’idea principale alla base della ricerca dell’intelligenza extraterrestre (SETI) si fonda sulla teoria che “la vita intelligente dovrebbe essere più facile da rilevare rispetto alla vita normale e non intelligente”, spiega Sutter, “perché le creature intelligenti sono in grado di far riconoscere davvero la loro presenza”.

Tuttavia, qualcosa in questo modus operandi sta andando storto, secondo Sutter, perché altrimenti avremmo avuto un minimo risultato nell’arco di numerosi decenni. E il motivo potrebbe essere che “o la vita intelligente non è così comune come avremmo potuto sperare, o non è così facilmente rilevabile”, osserva l’esperto. “In ogni caso, non sembra che SETI darà i suoi frutti presto”.

Nella visione meno ottimistica di Sutter, ciò che resta da fare è approfondire la ricerca di segni di vita nel cielo, tenendo conto delle biofirme che potrebbero suggerire vita meno avanzata su mondi lontani. “La nostra prima prova della vita al di fuori della Terra assumerà la forma di un movimento in una linea su una trama, dicendoci che le creature viventi hanno drasticamente alterato l’equilibrio del loro pianeta natale”, ha affermato.

In conclusione, “la vita non intelligente potrebbe non essere così comune come la vita intelligente (anche se, a dire il vero, non abbiamo idea di quanto sia comune), ma le creature semplici sono ancora in grado di rendersi evidenti”.