Nasce la “mappa dello smog” per 150 città europee

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Pubblicato il primo Atlante della qualità dell’aria in Europa, che evidenzia le fonti di emissione di PM2.5 nei centri urbani.

Il Centro comune di ricerca della Commissione europea (JRC) ha pubblicato il primo strumento di mappatura delle fonti di smog a livello urbano per 150 città europee. Il documento evidenzia in particolare le emissioni di PM2.5 e le sue diverse origini tra trasporti, riscaldamento, agricoltura e industria, mostrando le criticità legate a determinate località, regioni o Stati.

Se il livello di qualità dell’aria in Europa sia complessivamente migliorato negli ultimi anni, grazie a specifici provvedimenti comunitari, la questione delle concentrazioni di PM2.5 continua ad apparire rilevante in specifiche regioni e città europee. E lo scopo dell’Atlante è proprio quello di individuare gli hotspot e le relative fonti di emissione per intervenire nel modo più efficace sulle riduzioni.

La mappa del JRC si rivela uno strumento utile per ogni singola città, grazie ad un quadro dettagliato sul modo in cui le emissioni dei trasporti stradali, del traffico marittimo, dell’agricoltura, dell’industria e del riscaldamento degli edifici influiscano sulle emissioni di PM2.5. In tal modo, spiega il JRC, si può intervenire sullo sviluppo di misure mirate alle attività più inquinanti, non solo a livello nazionale e regionale, ma anche nei singoli centri urbani.

Le PM2.5 sono particelle nocive dal diametro inferiore a 2,5 micrometri e includono polveri, fumo, fuliggine, polline e altre sostanze emesse nell’atmosfera. L’Atlante mostra le PM2.5 provenienti dai trasporti sono particolarmente alte in città come Malmö, con un contributo del 39% sul totale, Brescia (28%), Parma (27%), Angers (26%) e Verona (26%).

Anche il settore agricolo rappresenta un contributo significativo, nonostante le attività si concentrino principalmente in aree più remote rispetto ai centri urbani. I valori più rilevanti sono stati registrati a Newcastle (34%) e nelle città tedesche di Wolfsburg (32%), Hannover (31%), Kiel (30%) e Bonn (40%). Per l’industria, che svolge un ruolo principale nelle concentrazioni di polveri sottili urbane, spiccano le città di Linz (55%), Riga (47%), Katowice (47%), Košice (44%) e Oviedo (44%).

Il riscaldamento residenziale mostra contributi più importanti soprattutto in città est-europee e italiane, con Lubiana (45%), Torino (41%), Sofia (40%), Zagabria (38%) e Budapest (33%). Infine il trasporto marittimo mostra le maggiori criticità in termini di PM2.5 in città costiere come La Valletta (33%), Palermo (29%), Palma di Maiorca (26 %), Atene (24%) e Bari (21%).

Articolo di Erika del 18 Novembre 2021 alle ore 18:24

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