A due mesi dall’inizio dell’attività eruttiva, il vulcano Cumbre Vieja continua ad allarmare la popolazione dell’Isola di Gran Canaria: ieri un’altra colata di lava è giunta a contatto con le acque oceaniche.
Sono passati 60 giorni da quando il Cumbre Vieja ha iniziato a spaventare gli abitanti dell’isola principale dell’arcipelago delle Canarie: dopo migliaia di cittadini evacuati e edifici totalmente devastati, l’eruzione continua a causare danni.
Nella giornata di ieri, nel primo pomeriggio, una nuova lingua di lava ha raggiunto l’Oceano, sprigionando gas nocivi per la salute come l’anidride solforosa. L’accaduto ha comportato l’ordine di restare confinati in casa per 24 ore per i circa 3000 abitanti che vivono nelle zone di Tazacorte, San Borondón ed El Cardón al Camino los Palomares, considerate a forte rischio.
Nel frattempo, i fitti strati di cenere vulcanica che si sta formando sull’Isola hanno reso difficile il funzionamento dell’aeroporto di Las Palmas, le cui piste sono praticamente inagibili.
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