La crisi dell’acqua in Iran sta causando diverse proteste: si stima che il 97% del territorio del Paese medio-orientale stia soffrendo di siccità dovuta soprattutto alla deviazione del flusso dei corsi d’acqua che il governo attua per rifornire le varie industrie.
Il territorio del Medio-Oriente sta vivendo anni particolarmente difficili dal punto di vista climatico: oltre alle temperature estreme e alle scarse perturbazioni, a peggiorare la situazione ci pensano le autorià dei vari Stati, che stanno deviando i flussi dei corsi d’acqua per favorire il rifornimento delle industrie locali piuttosto che aiutare l’agricoltura.
Il comportamento del governo iraniano ha portato la popolazione maggiormente penalizzata dalla siccità a organizzare proteste di grande portata; l’ultima ha avuto luogo negli scorsi giorni e ha visto partecipare un enorme numero di protestanti che ribadivano il fatto di essere stati privati del proprio diritto all’acqua. La manifestazione è finita nel peggiore dei modi, con le forze armate che sono intervenute duramente sui partecipanti.
La forte crisi climatica, mista a spregiudicate scelte governative, ha portato la crisi idrica nel 97% del territorio dell’Iran, raggiungendo un massimo storico.
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