Scoperti enzimi mangia-plastica nei microbi mai osservati prima.
I microbi che popolano l’ambiente contaminato da plastica si stanno evolvendo appositamente per divorarla. Lo dice un nuovo studio pubblicato su Microbial Ecology, incentrato sull’impatto profondo e devastante degli esseri umani sul pianeta, il quale mostra la correlazione tra lo sviluppo di nuovi enzimi mangia-plastica nei microrganismi e l’aumento dell’inquinamento di origine antropogenica.
Un numero crescente di microbi si sta evolvendo per trasportare un enzima che degrada la plastica, secondo la ricerca. Tali organismi potrebbero rappresentare la chiave per la rimozione di plastiche specifiche dall’ambiente e ridurre gli effetti dannosi dell’inquinamento sia nel suolo che in mare.
“Abbiamo trovato più evidenze a supporto che il potenziale di degradazione della plastica del microbioma globale è fortemente correlato con le misurazioni dell’inquinamento ambientale da plastica, una dimostrazione significativa di come l’ambiente sta rispondendo alle pressioni che stiamo esercitando su di esso”, spiega Aleksej Zelezniak, professore associato di biologia alla Chalmers University of Technology e coautore dello studio.
Per trovare i microbi mangia-plastica, i ricercatori hanno prelevato campioni dagli oceani in 67 aree diverse e a 3 diverse profondità. Hanno notato in particolare che nelle zone più profonde, dove la quantità di inquinamento da plastica è maggiore, i livelli di enzimi che degradano la plastica sono più elevati rispetto alla media.
Il dato sorprendente è che quasi il 60% degli enzimi non era mai stato rilevato prima d’ora ed è in grado di scomporre la plastica in un modo mai osservato in precedenza. Con lo studio approfondito di questi nuovi enzimi, il team spera di poter sfruttare le nuove conoscenze per creare enzimi in grado di abbattere tipologie di plastica più resistenti.
“Il prossimo passo sarebbe testare i candidati enzimatici più promettenti in laboratorio per studiare da vicino le loro proprietà e il tasso di degradazione della plastica che possono raggiungere”, ha detto Zelezniak a The Guardian. “Da lì si potrebbero progettare comunità microbiche con funzioni di degradazione mirate per specifici tipi di polimeri”.
Ma se da un lato la scoperta può essere entusiasmante per una potenziale soluzione al grave inquinamento da plastica che affligge il nostro pianeta, dall’altro è piuttosto disarmante appurare che le comunità di microbi stiano subendo un cambiamento forzato dall’uomo e dal suo profondo impatto ambientale.
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