I cicloni tropicali diventeranno comuni anche alle medie latitudini

La formazione di uragani non ha mai interessato un’area così vasta in 3 milioni di anni.

I cicloni tropicali tendono a diventare più frequenti e intensi a causa del cambiamento climatico, il quale favorisce la tendenza al landfall nonché alla permanenza delle tempeste sull’area di impatto prima di indebolirsi. Diversi studi hanno confermato questo trend in relazione all’aumento delle temperature, ma oltre all’incremento in termini di potenza, i cicloni tropicali potrebbero diventare più comuni anche in regioni insolite.

Secondo uno studio pubblicato su Nature Geoscience, entro il 2100 i cicloni tropicali raggiungeranno anche le medie latitudini, estendendo l’area possibile di formazione degli uragani come mai osservato in 3 milioni di anni. Solitamente, questi eventi atmosferici si sviluppano nelle regioni tropicali lungo l’equatore, ma con il cambiamento climatico uragani e tifoni avranno nuove traiettorie e potrebbero spingersi fino a zone mai toccate prima d’ora.

I ricercatori spiegano che il riscaldamento globale sta riducendo la differenza di temperatura tra i poli e l’equatore, indebolendo la corrente a getto. Quest’ultima, che in condizioni di stabilità impedisce la formazione di cicloni extratropicali, potrebbe dunque dar spazio alla formazione di uragani e tifoni che non sarebbero più relativi alla sola fascia equatoriale, ma anche alle medie latitudini.

I cicloni potrebbero quindi colpire città come Tokyo (35°N), New York (40°), Pechino (40°N) o Boston (42°N), mentre attualmente, ad esempio, gli uragani che toccano terra negli Stati Uniti raggiungono la Florida (25°N) e la costa della Louisiana (30°N).

Un segnale allarmante rispetto a questi cambiamenti è emerso dallo studio della tempesta subtropicale Alpha, che nel settembre 2020 ha raggiunto le coste del Portogallo. Si è trattato di un ciclone extratropicale atlantico estremamente raro, mai osservato prima nella zona, osservano i ricercatori. Ma questi eventi insoliti potrebbero diventare la norma nei prossimi decenni, trovando le condizioni adatte per la formazione in aree molto più vaste del pianeta.

Articolo di Erika del 30 Dicembre 2021 alle ore 17:55

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