Solo il 15% delle aree costiere del pianeta sfugge alle pressioni umane

Le regioni che hanno subito maggiormente l’impatto delle attività umane sono quelle che ospitano fanerogame, savane e barriere coralline.

Un nuovo studio internazionale guidato dall’Università del Queensland ha mappato l’impatto della pressione dell’attività umana sulle regioni costiere in tutto il mondo per identificare quelle già altamente degradate e quelle che invece restano ancora intatte. La ricerca pubblicata su Conservation Biology ha mostrato che soltanto il 15% delle aree costiere globali resta ancora integro, evidenziando la necessità di una risposta urgente per la loro conservazione.

“Le regioni costiere contengono alti livelli di biodiversità e sono utilizzate da milioni di persone per i servizi ecosistemici come il cibo e la protezione dalle tempeste”, ha affermato la scienziata della School of Earth and Environmental Sciences Brooke Williams. “I nostri risultati mostrano che dobbiamo agire in modo rapido e deciso se vogliamo preservare quelle regioni costiere che rimangono intatte e ripristinare quelle fortemente degradate, soprattutto se intendiamo mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici”.

Le aree costiere vanno incontro a un rapido declino, osserva Williams, rappresentando una grande minaccia per le specie e gli habitat come per la salute e la sicurezza economica di milioni di persone che dipendono da questi ecosistemi unici. Le regioni che hanno subito maggiormente la pressione delle attività umane sono quelle che ospitano fanerogame, savane e barriere coralline, sottolinea Williams, mentre la maggior parte delle aree costiere intatte si trova in Canada, Russia, Groenlandia, Cina, Australia e Stati Uniti.

“Capire perché gli ecosistemi costieri sono sotto pressione può aiutarci a progettare e implementare strategie di gestione più mirate e, si spera, a rallentare questo degrado e persino a ribaltarlo”, ha affermato la dott.ssa Amelia Wenger, coautrice dello studio. I risultati forniscono uno strumento vitale per raggiungere questo obiettivo, continua Wenger, motivo per il quale il set di dati è accessibile online liberamente e gratuitamente.

Articolo di Erika del 08 Febbraio 2022 alle ore 11:39

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