Entro il 2050 le alluvioni diventerebbero 10 volte più frequenti e più devastanti.
Un nuovo rapporto della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) avverte che il livello del mare lungo le coste degli Stati Uniti potrebbe aumentare di 25-30 cm nei prossimi 30 anni a causa del cambiamento climatico. L’innalzamento sarebbe pari al valore registrato nell’ultimo secolo, minacciando l’esistenza di città come New York o Miami.
“Questo rapporto è un allarme per gli Stati Uniti, ma c’è un lato positivo”, afferma Rick Spinrad, amministratore della NOAA e Sottosegretario al Commercio per gli oceani e l’atmosfera. “Ci fornisce informazioni necessarie per agire ora per prepararci al meglio per il futuro”.
Secondo l’analisi, entro il 2050 le alluvioni potrebbero iniziare a verificarsi “10 volte più frequentemente rispetto ad oggi”, delineando quella che sarebbe la nuova normalità. Ciò rappresenterebbe una seria minaccia per le città costiere, che potrebbero iniziare a sperimentare le inondazioni indipendentemente dalle tempeste.
“Oggi, le inondazioni dovute alle maree sono un fenomeno crescente per molte comunità, che diventerà ancora più distruttivo nei prossimi 30 anni a causa di questo innalzamento del mare di 30 cm o più, per molte comunità della costa orientale e del Golfo”, osserva William Dolce, oceanografo della NOAA e autore principale del rapporto.
Naturalmente, ciò andrebbe ad esacerbare ulteriormente gli eventi atmosferici come tempeste, inondazioni, uragani. Le inondazioni distruttive potrebbero verificarsi “10 volte più frequentemente entro il 2050”, secondo il rapporto. Uno scenario drammatico in linea con i livelli attuali di emissioni globali, ma che potrebbe migliorare o peggiorare a seconda delle azioni climatiche.
Oggi i governi si stanno impegnando per ridurre il contributo dei propri paesi alle emissioni e ai cambiamenti climatici antropogenici, ma gli sforzi sono difficilmente proporzionati, talvolta del tutto assenti. Dolce precisa che i prossimi 30 anni sono cruciali: “possiamo dare informazioni utilizzabili, ma oltre a ciò, le emissioni contano. È nelle mani collettive determinare quale sarà effettivamente il nostro scenario futuro”.
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