L’eruzione del vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’apai, avvenuta lo scorso 20 dicembre nelle isole Tonga, ha portato con sé conseguenze di enorme portata: alcuni studi risalenti a inizio anno parlavano di un possibile raffreddamento climatico fino a 0,1°C, recentemente ridimensionato da nuovi studi
Continua a far parlare di sé la violenta eruzione che ha scosso le isole Tonga (e non solo) il 20 dicembre scorso; a destare l’interesse degli studiosi sono senza dubbio le possibile conseguenze climatiche annunciate a qualche giorno dall’esplosione, che parlavano di una riduzione della temperatura globale compresa tra gli 0,03 e gli 0,1°C.
L’ultima ricerca pubblicata su Advances in Atmospheric Sciences e condotta dagli scienziati della CAS (l’Accademia Cinese delle Scienze) ha però ridimensionato nettamente le stime fatte un paio di mesi fa, affermando che l’impatto dei gas rilasciati durante l’eruzione porterà un calo delle temperature di massimo 0,004°C.
Ma in quale modo i gas vulcanici possono causare variazioni della temperatura globale? Durante un’eruzione della portata di quella avvenuta nell’arcipelago delle Tonga, viene sprigionata una quantità di anidride solforosa pari a centinaia di migliaia di tonnellate (circa 400 mila in questo caso). L’anidride solforosa, una volta sprigionata, viene ossidata e si tramuta in aerosol di solfato, particelle di gas che, restando nell’atmosfera per qualche anno, ostacolano i raggi solari, comportando un lieve raffreddamento della temperatura.
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