Un razzo sta per colpire la Luna a più di 9.000 chilometri orari

L’impatto causerà la formazione di un nuovo cratere lunare.

Nell’ottobre 2014 la missione Long March 3C lancia la navicella spaziale cinese Chang’e-5 T1, il cui stadio del razzo è molto probabilmente l’oggetto che colpirà la Luna il 4 marzo. Il relitto, che inizialmente si pensava fosse parte di un Falcon 9 di SpaceX, si schianterà sul lato opposto del nostro satellite alle 12:25 UTC, formando un nuovo cratere lunare. La Cina, tuttavia, ha negato che si tratti dello stadio di Chang’e-5 T1, che sarebbe andato bruciato al rientro sulla Terra.

C’è ancora poca chiarezza sull’oggetto che sta per impattare con la Luna, da dove proviene e come ha avuto origine, ma sappiamo che è in rotta di collisione ad una velocità di  9.300 km/h, diretto verso il cratere Hertzsprung, situato nel cosiddetto “lato oscuro” della Luna. Questo rifiuto spaziale provocherà la formazione di un cratere largo circa 20 metri e sarà il primo impatto involontario di detriti noto in anticipo osservato sulla Luna. Sarà anche la prima volta che gli astronomi potranno osservare la formazione di un cratere lunare.

Sulle origini del relitto ci sono dunque tesi contrastanti: mentre i dati di tracciamento spaziale del 18th Space Control Squadron della Space Force affermano che lo stadio del razzo è rientrato nella nostra atmosfera nel 2015, il Center for Near-Earth Object Studies del Jet Propulsion Laboratory della NASA ritiene che l’oggetto sia probabilmente il Booster 5-T1 di Chang’e del 2014. Anche le analisi spettrali condotte dall’Università dell’Arizona confermano che l’oggetto è molto probabilmente il razzo cinese.

Indipendentemente dalle sue origini, l’oggetto ha sicuramente le ore contate. In generale, gran parte dei detriti spaziali (e non sono pochi) vengono perlopiù ignorati ad una certa distanza dalla Terra, spiega lo scienziato Bill Gray. Il tracciamento è generalmente più accurato nella misura in cui la grande quantità di frammenti e detriti a quote più basse minaccia la collisione con satelliti militari e scientifici. Ma come sottolinea Gray, che si occupa di scovare gli asteroidi, c’è ancora poca osservazione in questo campo e molto lavoro da fare.

Articolo di Erika del 03 Marzo 2022 alle ore 19:00

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