La spazzatura spaziale sta diventando un problema

I detriti spaziali orbitanti riempiranno il nostro cielo?

Se ogni giorno uscissimo di casa e lasciassimo i nostri rifiuti fuori la porta invece di smaltirli, questi si accumulerebbero rapidamente lungo il nostro passaggio, fino a intrappolarci dentro casa. Per quanto possa sembrare assurdo, nello spazio sta accadendo qualcosa di peggio, e un giorno saremo costretti a provvedere all’enorme quantità di rifiuti spaziali che si stanno accumulando nel nostro cielo.

Dopo decenni di ricerche e missioni spaziali, satelliti abbandonati e frammenti artificiali di vario tipo stanno diventando sempre più numerosi, orbitando nello spazio ad alta velocità. Una volta lasciati alla deriva, questi detriti viaggiano in balia delle forze gravitazionali, con il rischio concreto di un impatto con i satelliti attivi attorno al nostro pianeta.

Alcuni esperti che si occupano di scovare e monitorare gli asteroidi talvolta si imbattono in questi oggetti, che magari sono in orbita da anni. Tuttavia, ad oggi non esiste un ente ufficiale per il tracciamento dei relitti nello spazio profondo, per cui non sappiamo molto sulla loro vita una volta abbandonati. È recentissima la scoperta di un razzo risalente ad una missione del 2014 scoperto per caso dallo scienziato Bill Gray, che si è schiantato sulla Luna a 9.300 km/h di velocità.

Il razzo cinese di 3 tonnellate si è schiantato sulla Luna

Il problema nell’accumulo di detriti artificiali nello spazio, per quanto sia immenso e profondo, è dato non solo dal rischio di collisioni, ma anche dalla capacità di ostacolare i nostri percorsi. Un frammento di appena 10 cm può vanificare un’intera missione satellitare, immaginiamo quindi cosa potrebbe accadere con un numero elevato di detriti orbitanti. Diverse bande di oggetti nell’orbita terrestre bassa (LEO) sono già a rischio della cosiddetta “cascata collisionale”, dove i frammenti entrano in un ciclo incontrollabile di scontri tra loro generando ulteriori detriti e collisioni.  

In base alle stime delle agenzie NASA e ESA, i detriti di cui non sappiamo nulla potrebbero essere milioni. La complessità nel tracciare questi frammenti aumenta man mano che si deteriorano e si allontanano, e così i rischi legati al loro accumulo nello spazio. Secondo l’astrofisico James A. Blake dell’Università di Warwick, come ogni problema ambientale, la soluzione migliore è la prevenzione.

Al termine di una missione spaziale è consigliabile smaltire carburante e batterie residue, far rientrare i veicoli nell’atmosfera terrestre. Ma queste misure sono ancora sorprendentemente difficili da applicare, principalmente a causa della mancanza di “normative legalmente vincolanti e riconosciute a livello internazionale”, ecco perché prevale l’abbandono dei relitti nello spazio, per quanto comunemente visto come un’azione sconsiderata.

Ovviamente, la rimozione dei detriti nello spazio sarebbe un’altra soluzione utile, ma ugualmente complessa a causa della differenziazione dei frammenti che richiede più strumenti per la cattura, e soprattutto della difficoltà di catturare detriti che viaggiano fino a migliaia di chilometri orari, senza creare altri detriti!

Fonte: Astrobites.