Il collasso registrato nella piattaforma Larsen B espone maggiormente i ghiacciai allo scioglimento rapido, minacciando l’aumento del livello del mare.
Il livello del mare potrebbe subire un aumento inaspettato dopo che in Antartide una grossa sezione di ghiaccio marino è andata in frantumi improvvisamente, esponendo i ghiacciai vulnerabili ad uno scioglimento ancora più rapido. Lo fa sapere l’Earth Institute della Columbia University, riportando che le immagini dei satelliti della NASA mostrano la porzione della piattaforma denominata Larsen B che si è rotta nell’oceano dal 19 al 21 gennaio.
L’area andata in frantumi, grande quanto la città di Philadelphia, contribuiva a proteggere molti ghiacciai lungo la penisola antartica. In soli 3 giorni, la massa ghiacciata si è frammentata nell’oceano, dopo una permanenza di oltre un decennio lungo la piattaforma. Le immagini satellitari hanno catturato l’evento insieme alla perdita degli iceberg dal ghiacciaio Crane e i suoi vicini, liberati dal cedimento del ghiaccio marino.
Ora che i ghiacciai che costeggiano la penisola antartica sono maggiormente esposti allo scioglimento, potrebbero avere un effetto diretto sull’aumento del livello del mare, avvertono gli scienziati. Le cause della frattura non sono ancora certe, ma le temperature estive sopra la media e i venti che trasportano aria calda potrebbero aver contribuito al cedimento strutturale di questa sezione fondamentale di ghiaccio antartico.
Il ghiaccio marino mostrava crepe già prima della rottura, spiega Stef Lhermitte, ricercatrice di geoscienze e telerilevamento presso la Delft University of Technology, quindi non è facile stabilire cosa abbia effettivamente causato il collasso definitivo. Indipendentemente dalle cause, che andranno certamente approfondite, l’evento rappresenta una seria minaccia per i ghiacciai e il livello del mare.
La piattaforma di ghiaccio Larsen è situata lungo la parte nord-orientale della penisola antartica, nel Mare di Weddell. È divisa in quattro regioni che occupano argini distinti lungo la costa (Larsen A, B, C e D), ognuna delle quali ha subito cambiamenti negli ultimi decenni. La prima frattura determinante è stata registrata nella regione A nel 1995, seguita dal crollo parziale di Larsen B nel 2002, poi dal distacco dell’iceberg gigante A-68 da Larsen C nel 2017, un evento che ha attirato l’attenzione mondiale. Più a sud e meno esposta al riscaldamento globale, Larsen D è considerata ancora relativamente stabile.
Con l’aumento della temperatura globale e il cambiamento dei modelli climatici, le previsioni suggeriscono che eventi significativi lungo la piattaforma Larsen tenderanno a diventare più frequenti, probabilmente includendo anche Larsen D, finora protetta dalla sua vicinanza al Polo Sud.
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