Le ondate di caldo anomalo stanno attraversando simultaneamente l’Artico e l’Antartide, segnando anche nuovi record.
Negli ultimi giorni il caldo anomalo ha colpito sia la regione artica che l’Antartide, con temperature che hanno superato la media del periodo rispettivamente di 47 °C e di 30 °C. Si tratta di valori eccezionali soprattutto per il periodo, dove l’Artico sta appena uscendo dall’inverno e l’Antartide si appresta a entrare nella buia e fredda stagione invernale.
Non è ancora chiaro il collegamento tra i due eventi, ma sappiamo che entrambi i sistemi meteorologici sono connessi alle regioni vicine e molto probabilmente influenzati dal cambiamento climatico, che tende ad intensificare gli estremi di temperatura. In questo scenario, sono inevitabili gli effetti sugli ecosistemi e sulla fauna selvatica locale, che include diverse specie a rischio.
In Antartide, l’ondata di caldo è stata guidata principalmente da un sistema ad alta pressione intenso proveniente dall’Australia sud-orientale, che ha trasportato grandi quantità di aria calda e umidità fino all’entroterra del continente. A peggiorare le condizioni la copertura nuvolosa sull’altopiano di ghiaccio, che ha contribuito ad intrappolare il calore in superficie. Sono seguiti diversi picchi di temperatura registrati in queste settimane, tra cui -11,5 °C alla stazione meteorologica Concordia, +5,6 °C alla stazione Casey.
Per i pinguini di Adelia, che vivono lungo l’intera costa antartica e hanno recentemente terminato la stagione riproduttiva estiva, gli effetti dell’ondata di caldo potrebbero essere minimi, poiché i pulcini sarebbero già partiti alla ricerca del cibo da soli in mare. Le condizioni anomale potrebbero invece aver influenzato la vita vegetale, i muschi in particolare, che sarebbero nella fase di essiccazione per l’inverno, ma i danni non saranno visibili prima della prossima estate.
Nell’Artico si è verificato un andamento meteorologico simile a causa di un intenso sistema di bassa pressione formatosi al largo della costa nord-orientale degli Stati Uniti, che ha spinto le temperature fino a 3,9 °C a Svalbald, in Norvegia. Le condizioni del ghiaccio marino invernale erano già critiche quest’anno, mentre si sono registrate piogge da record in tutta la Groenlandia.
L’impatto della rottura anticipata del ghiaccio marino legata al caldo può essere drammatico per molti animali, soprattutto per gli orsi polari, che dipendono dal ghiaccio per nutrirsi e spostarsi. Anche per le comunità indigene la perdita di ghiaccio marino può essere cruciale, interrompendo la caccia di sussistenza. Il sistema meteorologico anomalo ha inoltre scombussolato la vita vegetale portando a fioriture anticipate in diverse aree del circolo polare artico.
Secondo il più recente rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il ghiaccio marino artico continuerà nella sua ritirata, con la probabilità di stagioni estive prive di ghiaccio entro il 2050. Anche per l’Antartide il futuro non è promettente, poiché un riscaldamento globale di 2-3 °C potrebbe innescare la perdita totale della calotta glaciale antartica entro il 2100.
Entrambi gli scenari sarebbero catastrofici per numerose specie vegetali e animali, ma soprattutto avrebbero effetti concatenati nel resto del pianeta. La riduzione delle emissioni di gas serra globali a zero il più velocemente possibile potrebbe verosimilmente contenere gli impatti peggiori della crisi climatica.
Località | T°C |
---|---|
Grosseto | 10° |
Livorno | 10° |
Pisa | 10° |
Varese | 10° |
Como | 10° |
Lucca | 10° |
Sondrio | 10° |
Bolzano | 10° |
Bari | 10° |
Aosta | 10° |
Località | T°C |
---|---|
Potenza | 1° |
L'aquila | 2° |
Napoli | 10° |
Cosenza | 10° |
Vibo Valentia | 10° |
Sassari | 10° |
Salerno | 10° |
Torino | 11° |
Crotone | 11° |
Cuneo | 11° |