La recente esplosione del vulcano sottomarino ha causato disturbi atmosferici generalmente legati alle tempeste solari.
Gli scienziati dell’Osservatorio di Haystack del Massachusetts Institute of Technology (MIT) hanno confermato che la potente eruzione del vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’apai del 15 gennaio ha provocato enormi perturbazioni globali nell’atmosfera terrestre. I disturbi sarebbero stati un effetto delle onde di Lamb, che viaggiano alla velocità del suono per tutto il pianeta.
Lo studio pubblicato su Frontiers in Astronomy and Space Sciences si basa sui dati registrati da oltre 5.000 ricevitori del Global Navigation Satellite System (GNSS), situati in tutto il mondo. Gli scienziati del MIT insieme ai partner dell’Arctic University della Norvegia hanno osservato le tracce ionosferiche generate dall’eruzione a 300 km sopra la superficie terrestre, scoprendo che queste onde sono rimaste attive per almeno 4 giorni dopo l’evento, facendo il giro del pianeta ben 3 volte. Gli Stati Uniti, ad esempio, sono stati attraversati dalle perturbazioni 6 volte, da ovest a est e viceversa.
Gli autori ritengono che i disturbi siano legati alle onde di Lamb, delle onde propaganti che viaggiano a livello globale alla velocità del suono e che, nonostante si trovino prevalentemente vicino alla superficie terrestre, possono scambiare energia con la ionosfera attraverso percorsi complessi. In precedenza, le onde di Lamb sono state segnalate come risposta atmosferica nell’eruzione di Krakatoa del 1883 ed altri eventi geologici significativi, afferma il documento, ma i nuovi risultati sono “la prima prova sostanziale delle loro impronte durature nella ionosfera globale”.
L’eruzione del vulcano a Tonga, nel mezzo dell’Oceano Pacifico, è stata straordinariamente potente, con un rilascio di energia equivalente a 1.000 bombe atomiche. La formazione di onde atmosferiche in relazione a eruzioni esplosive e terremoti è nota alla comunità scientifica, ma gli effetti dell’eruzione a Tonga hanno sorpreso gli esperti per l’estensione geografica e la durata nel tempo.
La produzione di perturbazioni ionosferiche viaggianti (TID) è generalmente legata a forti tempeste solari, spiega l’autore principale Shun-Rong Zhang, specialmente quando si propagano per diverse ore o giorni. “Eruzioni vulcaniche e terremoti normalmente producono disturbi ionosferici solo entro migliaia di chilometri”, osserva. Ma la rilevazione di questi disturbi su distanze molto grandi mostra un nuovo fondamentale processo, ovvero la capacità dei segnali atmosferici di superficie di raggiungere le profondità dello spazio.
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