Una piattaforma di ghiaccio grande quanto Roma è collassata nell’Antartide orientale.
Circa due settimane fa una piattaforma di ghiaccio grande quanto la città di Roma ha ceduto staccandosi dal continente antartico, nella regione orientale. Dall’inizio delle osservazioni satellitari negli anni ’70, la piattaforma aveva perso quantità di ghiaccio significative dal distacco di diversi iceberg, riducendosi ad una striscia di 50 km di lunghezza per 20 km di larghezza, ancorata ad un’estremità della calotta glaciale antartica da un lato e all’isola di Bowman dall’altro. Le fratture osservate tra il 5 e il 7 marzo hanno portato al crollo definitivo della piattaforma il 15 marzo.
Le grandi piattaforme ghiacciate che costeggiano l’Antartide fungono da contenimento della calotta, limitando la perdita di ghiaccio favorita dal contatto con l’oceano. Quando una piattaforma come quella di Conger cede, il ghiaccio può fluire più velocemente grazie alla riduzione della forza di contenimento, portando a perdite più significative. Sebbene le rotture e il distacco di iceberg facciano parte di un processo naturale, negli ultimi decenni i cosiddetti “eventi parto” sono aumentati drasticamente, talvolta coinvolgendo aree di grandi dimensioni e numerose frammentazioni.
Il numero crescente di crolli registrati nell’intero continente suggerisce che alcune condizioni ambientali come le temperature oceaniche e atmosferiche stanno cambiando. Nel caso della piattaforma di Conger, sembra improbabile che il cedimento sia dovuto ad uno scioglimento di superficie, ma è ancora presto per dire con certezza cosa l’abbia innescato e quale potrebbe essere l’impatto a livello globale.
Sebbene il riscaldamento globale non sia la causa di qualsiasi evento naturale, indubbiamente svolge un ruolo principale nell’alimentare una tendenza preoccupante, intensificando eventi come rotture e crolli nella grande calotta glaciale antartica, ed è difficile escludere che l’aumento della perdita di ghiaccio influenzi l’innalzamento del livello del mare. Il cedimento dell’intera calotta antartica, occidentale e orientale, potrebbe aumentare il livello del mare di decine di metri.
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