Rapporto IPCC: l’umanità ha 3 anni per fermare il riscaldamento globale

Possiamo ancora garantire un futuro “vivibile” sul pianeta se agiamo subito.

Il mondo è in una corsa contro il tempo per garantire un “futuro vivibile”, secondo il nuovo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazioni Unite. L’umanità ha meno di 3 anni per fermare l’aumento delle emissioni di carbonio che contribuiscono al riscaldamento globale e meno di un decennio per ridurle del 50%, avvertono gli esperti del clima, un compito ancora arduo, ma possibile con un’azione tempestiva.

Le politiche attuali stanno portando il pianeta verso aumenti della temperatura drammatici, sulla scia di una serie di “promesse climatiche non mantenute”, sottolinea il capo delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Un’incoerenza che porterà a “risultati catastrofici”.

Il rapporto di 2.800 pagine – il più completo mai prodotto – segue altre due valutazioni scientifiche dettagliate sugli effetti del riscaldamento globale, delineando le soluzioni possibili a riguardo. Secondo il campo dell’IPCC Hoesung Lee, “abbiamo gli strumenti e il know-how necessari per limitare il riscaldamento e garantire un futuro vivibile”.

Si tratta di strumenti “saldamente alla nostra portata”, osserva Il segretario di Stato americano Antony Blinken, che “le nazioni del mondo devono essere abbastanza coraggiose da usare”, poiché toccano praticamente tutti gli aspetti della vita moderna e richiedono investimenti significativi.

Il primo obiettivo in assoluto resta quello di fermare l’aumento delle emissioni di gas serra a livello mondiale. Per mantenere anche l’obiettivo meno ambizioso dell’Accordo di Parigi dell’aumento di 2 °C, ciò deve essere fatto entro il 2025. Finora, il riscaldamento del pianeta di appena 1,1 °C ha già avuto effetti significativi, soprattutto in termini eventi meteorologici estremi.

Il rapporto chiarisce che gli investimenti per ridurre le emissioni, per quanto significativi, saranno comunque molto più bassi rispetto ai costi per riparare ai danni del riscaldamento globale. Per restare sotto la soglia di 1,5 °C e scongiurare il collasso degli ecosistemi, le emissioni di carbonio devono diminuire del 43% entro il 2030 e dell’84% entro il 2050. Senza queste riduzioni, sarà impossibile, avvertono gli esperti.

Nel complesso, il mondo deve ridurre drasticamente l’uso dei combustibili fossili, puntando a tagliare del tutto le emissioni di carbone, ridurre del 60% il consumo di petrolio e del 70% quello del gas, sfruttando il solare e l’eolico. Le tecnologie per assorbire CO2 dall’atmosfera vanno enormemente potenziate, in modo da sopperire all’insufficienza del taglio delle emissioni.

Oltre agli investimenti dei governi e le normative necessarie, l’IPCC sottolinea che anche i singoli individui possono fare molto, riducendo i voli aerei, preferendo una dieta a base vegetale, adottando stili di vita che favoriscono la riduzione dei consumi che guidano la domanda energetica. In particolare, “gli individui con uno status socioeconomico elevato contribuiscono in modo sproporzionato alle emissioni e hanno il più alto potenziale di riduzione delle emissioni”, fino al 70% entro il 2050.

Articolo di Erika del 05 Aprile 2022 alle ore 18:18

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