La nave cisterna trasporta fino a 1000 tonnellate di diesel ed è arenata da venerdì scorso.
È da venerdì 15 aprile che la petroliera Xelo è arenata al largo della Tunisia, a circa 3 miglia nautiche dalla costa di Gabes. La nave trasporta circa 750-1000 tonnellate di carburante e sarebbe affondata a causa del maltempo. Al momento non si segnalano fuoriuscite pericolose, ma si teme per un possibile sversamento di materiale inquinante nelle acque.
La nave cisterna, battente bandiera Guinea Equatoriale, era diretta verso il porto egiziano di Damietta a Malta, dove avrebbe trasportato il diesel. A causa del maltempo lo scorso venerdì notte avrebbe chiesto di entrare nelle acque tunisine, all’altezza del Golfo di Gabes, ma qui sarebbe affondata dopo poco a causa di un incidente.
Le prime ricostruzioni suggeriscono che la Xelo avrebbe iniziato a imbarcare acqua a circa 4 miglia nautiche dalla costa, con danni immediati ai motori. L’equipaggio ha così dovuto abbandonare la nave, che da giorni è bloccata su un fondale di appena 15 metri. Secondo il ministro dei trasporti tunisino Rabie Majidi, però, non ci sarebbe il rischio imminente di un disastro ambientale.
Dai controlli effettuati domenica risulta che i bocchettoni dai quali potrebbe fuoriuscire il petrolio non sono danneggiati e che “la situazione non è pericolosa”, poiché la nave fortunatamente si è fermata su un fondo sabbioso.
L’area del naufragio è stata comunque circoscritta con barriere antinquinamento in via precauzionale, mentre sono giunti sul luogo anche i mezzi di soccorso della Marina militare italiana, specializzati nella prevenzione dei disastri ambientali. A causa del maltempo, infatti, le operazioni di recupero e messa in sicurezza non sono iniziate tempestivamente. “La prima fase di recupero sarà la più delicata”, ha spiegato Majidi, perché il relitto dovrà essere spostato senza causare fuoriuscite di petrolio.
Il Golfo di Gabes non è nuovo a incidenti come questo, spesso con gravi sversamenti di greggio e disastri ecologici, in particolare nella zona delle isole Kerkennah. L’area è anche sottoposta costantemente agli scarichi dell’azienda chimica nazionale Groupe Chimique Tunisien (GCT) e delle industrie confinanti con le acque del golfo. Non a caso, la città di Gabes è la più inquinata di tutta la Tunisia.
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