“Invest in our planet” è lo slogan della 52esima edizione della Giornata mondiale della Terra.
Ogni anno dal 1970 il 22 aprile si celebra uno dei giorni più importanti per l’attivismo ambientale mondiale: l’Earth Day (Giornata della Terra), un’occasione per ricordare quanto sia importante prenderci cura del nostro pianeta, che oggi più che mai soffre per perdita di biodiversità, conversione del suolo, cambiamento climatico, estinzione delle specie, deforestazione e inquinamento.
In questa 52esima edizione, con lo slogan “Invest in our planet” si sottolinea l’urgenza di investire nel nostro pianeta, partendo dalle piccole imprese e dall’individuo, per un movimento di sviluppo sostenibile globale. “Dobbiamo agire (coraggiosamente), innovare (ampiamente) e implementare (equamente)”, si legge su Earthday.org, siamo “tutti responsabili e responsabilizzati”, da imprese a cittadini, per creare una “partnership globale”.
Ma bisogna agire subito, perché il tempo per risolvere la crisi climatica, scegliere un futuro prospero e sostenibile e costruire un pianeta sano per le generazioni future è breve. “Se le aziende non agiscono ora, il cambiamento climatico danneggerà sempre più profondamente le economie, aumenterà la scarsità, prosciugherà i profitti e le prospettive di lavoro, e avrà un impatto su tutti noi”, ricordano gli organizzatori dell’Earth Day 2022.
Ed è proprio nel settore privato che c’è il potenziale per parte della soluzione globale, ammesso che si segua una traiettoria compatibile con i limiti del pianeta. “Le aziende che sviluppano forti standard ESG (Environment Social Governance) hanno una migliore redditività, finanze più solide, dipendenti più felici e performance azionarie più resistenti”, scrivono gli organizzatori. Inoltre, le aziende intelligenti stanno scoprendo che non si tratta più di una scelta tra l’essere green e aumentare i profitti, anzi “la sostenibilità è la strada per la prosperità”.
Non è da meno l’azione dei singoli individui, che possono fare moltissimo attraverso le proprie scelte di consumo e di stile di vita, le azioni civiche e le interazioni personali. “Quello che ognuno di noi fa, e come lo fa, ha un enorme effetto a catena sui nostri ecosistemi, e sul ritmo delle azioni aziendali e governative”.
Un enorme potenziale risiede soprattutto nei giovani. Ad esempio, quasi metà dei nati tra il 1995 e il 2010, la generazione Z, ha smesso di acquistare certe marche a causa di preoccupazioni etiche o di sostenibilità. Questo significa che il singolo individuo “ha il potere di fare pressione sulle aziende e sostenere quelle che fanno passi attivi in favore del pianeta attraverso le proprie pratiche rispettose per il clima”.
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