Potrebbe risalire a migliaia di anni fa e ospitare microrganismi sconosciuti.
Per la prima volta gli scienziati hanno rilevato una vasta falda acquifera sotto i ghiacci dell’Antartide occidentale, che probabilmente è lì da migliaia di anni. La scoperta potrebbe rimodellare la nostra comprensione di come questa regione gelida del pianeta reagisce ai cambiamenti climatici, nonché rivelare la presenza di organismi sconosciuti che potrebbero abitare le sue acque sotterranee.
Possiamo pensare al sistema di acque scoperto come una spugna gigante, composta da sedimenti porosi e satura di acqua, spiega Chloe D. Gustafson, autrice principale dello studio e ricercatrice presso la Scripps Institution of Oceanography della UC San Diego. La “spugna” è piuttosto profonda, con uno spessore compreso tra 0,5 e 2 km, afferma Gustafson.
L’antica falda si trova sotto lo stesso flusso di ghiaccio del lago subglaciale Whillans, situato a circa 800 metri sotto il ghiaccio. Ciò che ha sorpreso maggiormente i ricercatori è l’enorme volume di acqua trattenuto all’interno della falda, che potrebbe essere oltre 10 volte superiore all’acqua contenuta nel sistema più superficiale di laghi e fiumi della piattaforma.
Gli scienziati hanno ipotizzato a lungo che il ghiaccio antartico potesse nascondere enormi falde acquifere, ma le limitazioni tecnologiche hanno impedito finora di raccogliere prove dirette di sistemi idrologici così profondi. Grazie alla tecnica dell’imaging magnetotellurico, che si basa sui campi magnetici generati dal vento solare che interagisce con la ionosfera terrestre, innescando dei campi secondari nella superficie, sono riusciti a individuare la vasta falda sotto l’Antartide.
In una sorta di “risonanza magnetica della Terra”, spiega Gustafson, questi campi secondari possono rivelare numerose informazioni sulla geologia e l’idrologia terrestre. Le misurazioni hanno rivelato inoltre che l’acqua nella falda più profonda è incredibilmente salata, mentre l’acqua più superficiale e vicina al flusso di ghiaccio è dolce, suggerendo che i sistemi subglaciali poco profondi si collegano alla falda acquifera, determinando un’influenza sul flusso di ghiaccio soprastante, afferma Gustafson.
Ciò che ancora non è chiaro è il meccanismo di scambio tra il sistema profondo e quello superficiale: la falda potrebbe immettere periodicamente acqua nel flusso di ghiaccio oppure rimuovere acqua dal sistema. A risentire di questa influenza sarebbe non solo il flusso di ghiaccio superficiale, ma anche la vita microbica che nelle profondità.
Secondo gli autori dello studio, le acque profonde nella falda potrebbero risalire al sistema idrico di 5.000-7.000 anni fa, immesse dall’oceano durante il periodo caldo del medio Olocene, quando la calotta glaciale antartica era in ritiro. Probabilmente, con il raffreddamento del clima e l’avanzata della calotta, l’acqua di mare è rimasta intrappolata sotto il flusso di ghiaccio di Whillans.
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