Il lago scoperto nella regione orientale copre un’area di 370 km2 e si trova a circa 3,2 km sotto il ghiaccio.
Nelle profondità della calotta glaciale orientale antartica, la più grande del pianeta, gli scienziati hanno recentemente confermato l’esistenza di un enorme lago di acqua allo stato liquido, che potrebbe contenere preziose informazioni sulla formazione, risalente a circa 34 milioni di anni fa, e sull’evoluzione dei ghiacci antartici nel tempo.
Secondo le osservazioni scientifiche, la calotta glaciale è cambiata in modo significativo attraverso i diversi cicli glaciali terrestri, ma le cause sono ancora poco chiare. L’enorme lago nascosto, chiamato Lake Snow Eagle, potrebbe rispondere a molte domande sul continente ghiacciato.
Nonostante sia il luogo più freddo della Terra, l’Antartide comprende centinaia di laghi di acqua liquida (laghi subglaciali) nascosti sotto il ghiaccio superficiale. Una serie di fattori consente a questi serbatoi di acqua di esistere nonostante le temperature rigide, come la pressione della calotta glaciale che riduce drasticamente il punto di congelamento dell’acqua intrappolata sotto di essa, o la salinità dell’acqua.
I laghi subglaciali sono rilevabili grazie ai radar a perforazione del ghiaccio, i cui segnali vengono propagati attraverso il ghiaccio sotterraneo. Il rimbalzo del segnale fornisce informazioni su cosa si nasconde sotto il ghiaccio: la presenza di acqua liquida restituisce un segnale più luminoso, che può confermare quanto già osservato dalle immagini satellitari.
Il primo indizio del lago Snow Eagle è stata una grande depressione osservata nella calotta glaciale antartica orientale, confrontata poi con le misurazioni del campo magnetico e con i dati radar, che hanno rivelato una vasta macchia a circa 3,2 km sotto il ghiaccio che brillava intensamente. Secondo i ricercatori, si tratta di uno dei più grandi laghi subglaciali mai scoperti.
Il lago si trova in un canyon frastagliato profondo 1,6 km sotto il ghiaccio, misura circa 42 km di lunghezza per 15 di larghezza e copre complessivamente un’area di circa 370 km quadrati, per un volume di acqua liquida contenuto di 21 km cubi e una profondità di 200 metri. Il fondale contiene inoltre uno strato di sedimenti non consolidati, che secondo gli scienziati potrebbero essere lì da prima che si formasse la calotta glaciale.
Sarebbe il primo ritrovamento in assoluto di informazioni risalenti a quegli eventi, afferma il team, che potrebbero arricchire significativamente la nostra conoscenza sul continente più freddo del mondo. La prossima sfida sarà raccogliere i campioni da analizzare a diversi chilometri sotto il ghiaccio, in uno degli ambienti più ostili della Terra.
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