Solo pochi giorni fa ci eravamo trovati a commentare la situazione in Australia, evidenziando come ci fosse il rischio per la formazione di una tempesta tropicale di intensità massima (5 su una scala da 1 a 5) nel giro di pochi giorni. In effetti quei dubbi non erano infondati, in quanto quel disturbo iniziale è progressivamente cresciuto fino a diventare un Uragano di categoria 5, con venti fino a 270 km/h, denominato Pam.
Stranamente, però, Pam, non è l’unico ciclone tropicale ad infestare il Pacifico. Osservando l’immagine disponibile dal satellite geostazionario MTSAT si intravedono ben altri 3 (!) sistemi tropicali ad oggi ancora attivi tra l’Oceano Indiano e Pacifico: in ordine da ovest verso est Olwyn, Nathan e Bavi.
Non è inusuale vedere Uragani attivi in questa parte del globo, visto che il Pacifico sforna spesso i sistemi più distruttivi, ma osservarne ben 4 allo stesso tempo è allo stesso tempo affascinante e pauroso. Bisogna infatti ricordare che, a dispetto della loro apparente stazionarietà e perfezione osservate dall’alto, questi sistemi offrono al loro interno, e soprattutto nelle immediate vicinanze dell’occhio, condizioni al limite della sopravvivenza tra piogge torrenziali e venti tesi di bufera. Per questo motivo, il passaggio di Pam sullo stato insulare di Vanuatu ha destato non poche preoccupazioni e riaffiorato i ricordi del distruttivo tifone Haiyan di pochi anni fa. L’immagine nell’infrarosso di questo sistema nei pressi del sopracitato arcipelago è davvero impressionante.
Appare evidente e ben delineata anche la struttura del tipico “occhio” privo di copertura nuvolosa al centro del sistema, una caratteristica che era già evidente 24 ore fa, quando il sistema era ancora di categoria 4.
Gli Uragani ed i Tifoni, nomi diversi per indicare i più generali Cicloni Tropicali, tendono a formarsi oltre nei pressi dei tropici, per poi spostarsi verso Sud e Nord rispettivamente nell’emisfero Australe e Boreale. La zona dove sono attivi i 4 sistemi descritti è una delle più povere in termini di sistemi attivi ed intensi, ed è per questo che l’evento in atto assume un’importanza caratteristica.
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