I temporali estivi e le previsioni “inaffidabili”

In questi giorni ci sentiamo spesso rivolgere la critica “Oggi c’è stato un temporale nella mia zona ma voi avevate previsto sereno” oppure “Non è vero, avevate detto che andava via il caldo invece oggi sto ancora sudando”. Bisogna innanzitutto considerare che le previsioni, lo dice il nome, non sono certezze ma solo probabilità che nel futuro si verifichi un certo stato atmosferico. Spesso, presi dai colori appariscenti di una cartina che risolve la scala del giardino di casa nostra, tendiamo a dimenticarci che, nonostante le equazioni su cui si basino i modelli siano esatte, le soluzioni calcolate dai computer non lo sono e che di conseguenza contengono errori che si amplificano nel tempo.

Tuttavia negli ultimi 30 anni di passi ne sono stati fatti: la nostra capacità di prevedere lo stato futuro dell’atmosfera è aumentata a dismisura a partire dagli anni novanta ed è andata livellandosi negli ultimi 10 anni. Il grafico sottostante mostra l’andamento dell’incertezza previsionale per un intervallo temporale di 3,5,7 e 10 giorni rispettivamente. Una previsione a 7 giorni oggi ha approssimativamente lo stesso grado di affidabilità che aveva una previsione a 5 giorni negli anni 90 ed una previsione a 3 giorni negli anni 80.

Andamento dell’affidabilità previsionale (percentuali- maggiore è il valore maggiore è l’attendibilità) per Emisfero Nord e Sud a diverse distanze temporali (3, 5, 7 e 10 giorni).

Purtroppo questi grafici considerano la nostra capacità di prevedere la circolazione in medio-alta atmosfera e non l’evoluzione del tempo alla superficie. Nonostante questi due fattori siano strettamente correlati, bisogna evidenziare come per le previsioni terra-terra (nel vero senso della parola) ci sia ancora molto lavoro da compiere. Osservando l’errore sulle precipitazioni previste a 3 giorni di distanza si evidenzia un trend pressoché stabile: in questo senso le previsioni negli ultimi 10-15 anni non hanno apportato sostanziali miglioramenti!

Andamento dell’errore previsionale sulla precipitazione complessiva giornaliera

Volendo poi considerare l’andamento stagionale dell’affidabilità previsionale- e qui torniamo al discorso iniziale della previsione temporali- è immediato evidenziare come stagioni caratterizzate da instabilità, come Primavera ed Estate, facciano calare drasticamente la nostra abilità di prevedere fenomeni isolati come temporali. In questo senso è facile individuare nell’immagine sottostante il drastico calo dell’affidabilità previsionale proprio a partire dai mesi primaverili.

Andamento dell’errore previsionale sulla circolazione in medio-alta quota per il modello del centro Europeo negli ultimi mesi del 2015

L’inverno rimane, da sempre, una delle stagioni più “facili” da prevedere vista la mancanza di contrasti termici elevati e l’assenza di fenomeni localizzati come temporali. Ecco perché prevedere un temporale non è mai facile e si parla più spesso di Rischio temporali.