In questi giorni estivi e di gran caldo le temperature del mare mediterraneo stanno raggiungendo valori molto elevati, prossimi ai 30 gradi anche in mare aperto. Questo fenomeno di riscaldamento avviene ogni anno ma nel 2015 stiamo assistendo a valori di temperatura piuttosto estremi in diverse aree come il Tirreno, il Mar Ligure, intorno alle Baleari e nel Mar Egeo.
Ma cosa potrebbe causare tutta questa energia in eccesso? Sono attesi eventi estremi come si legge in giro? In realtà l’allarmismo generale porta molti “articolisti” a scrivere titoli allarmanti e previsioni MOLTO azzardate. Scopriamo perchè.
La temperatura del mare è molto importante perché la differenza tra questa e la temperatura dell’aria sovrastante fornisce energia alla massa d’aria sotto forma di calore e di vapore, e permette eventualmente di generare o ancora meglio, di amplificare, i fenomeni meteorologici che “scorrono” su questa massa d’acqua calda. Perturbazioni atlantiche che si gettano sul mediterraneo “bollente“ possono caricarsi di energia ed umidità e, una volta arrivate sulle coste italiane, possono generare abbondanti precipitazioni. Inoltre possono intensificarsi i venti, approfondirsi le depressioni, verificarsi cicloni di tipo simil-tropicale (Medicane o TLC).
Secondo queste informazioni basterebbe la temperatura del mare a causare tutto ciò. In realtà le cose sono abbastanza diverse.
Vediamo di capire il perché.
Le temperature superficiali del mare (in gergo SST, ovvero Sea Surface Temperature) sono rilevate dai satelliti e dalle boe (o da navi e campagne oceanografiche) e con delle complesse tecniche numeriche vengono proposte come mappe “colorate” in modo da comprendere rapidamente cosa accade sulla superficie marina.
Queste mappe, come quella che vi proponiamo di seguito, si riferiscono ad i primi millimetri di mare, non ai primi metri. Si capisce facilmente che c’è una grande differenza di energia conservata dal mare, se i 30° sono raggiunti in 2 mm di superficie o in 30 metri. La realtà è che la forte anomalia termica che ha raggiunto i 5° nel Tirreno, si riferisce alla superficie marina, e non alla profondità dunque alla “parte” che il satellite riesce a vedere, dato che”l’occhio” del satellite, in profondità non riesce ad arrivare.
Questo passaggio è essenziale: basta una piccola mareggiata, una brezza più tesa, un piccolo evento che agita la superficie marina e questo calore si dissipa sia in atmosfera (solo una piccola parte) sia nei primi metri di mare e dunque non è più “tutto” a “disposizione” delle perturbazioni e dei fronti che possono scorrerci sopra .
Un fenomeno simile è avvenuto pochi giorni fa sul Mar Tirreno, il Mar Ligure e sul Golfo del Leone. Inizialmente la temperatura superficiale era di circa 28°-30° con picchi di 32°. Un leggero cambio di circolazione ha permesso l’ingresso di aria più fresca (ma non abbastanza) nel Golfo del Leone da cui si è generata una mareggiata che in poco tempo ha mescolato l’acqua dai mare raffreddandola anche in superficie come si può osservare dalle immagini seguenti.
Nella prima immagine si può osservare la mareggiata iniziata il 23 Luglio tra le Isole Baleari, la Sardegna e parzialmente nel Tirreno.
Nella Seconda immagine possiamo notare come il confronto tra il 26 Luglio ed i 30 Luglio mostri la Temperatura superficiale del mare sensibilmente diminuita grazie al rimescolamento causato dalla mareggiata mostrata nell’immagine precedente.
Anche nella caldissima estate del 2003 furono registrate temperature superficiali del mare molto alte ma in autunno non si ebbero fenomeni significativamente più intensi del normale, questo grazie al rimescolamento avvenuto precedentemente per onde e vento.
Ovviamente effetti più diretti e rapidi si possono avere sugli organismi marini, e sulla catena alimentare, dato che alcuni organismi risentono della temperatura superficiale e sono influenzati nel ciclo riproduttivo e nella crescita dei piccoli, non che nel numero di uova e sotto altri aspetti.
Non meno importante è l’aspetto climatico, che è molto diverso da quello meteorologico essendo riferito a scale temporali più lunghe. tutto il calore che le mareggiate e le altre dinamiche oceanografiche “spingono” il profondità può modificare sia la circolazione generale del Mediterraneo sia quella locale di alcuni bacini, e negli anni può fornire più energia all’atmosfera, lentamente ma costantemente, che potrebbero causare modifiche della circolazione atmosferica e l’intensità (non sempre, non è certo) di alcuni eventi.
Ma allora come stanno le cose? La realtà è che gli studiosi del settore, oceanografi e meteorologi stanno ancora studiando come gli scambi di calore tra oceano ed atmosfera influenzano il clima ed il tempo. Purtroppo alcune persone preferiscono gridare alla catastrofe con allarmismi infondati, pur di guadagnare più soldi con i click…
Link utili : http://kassandra.ve.ismar.cnr.it:8080/kassandra
http://www.isac.cnr.it/dinamica/projects/forecasts/
http://www.meteoindiretta.it/mappe-meteo-professionali.html
http://oaflux.whoi.edu/heatflux.html
ftp://www.iges.org/pub/ctr/ctr_237.pdf
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