Prima di imbatterci nella spiegazione di come potrebbe influenzare El Niño il clima di questo inverno o della prossima primavera, è giusto spiegare un attimo di cosa si tratta.
Cos’è El Niño?
El Niño è un fenomeno climatico che si verifica sul settore centrale dell’oceano Pacifico in media ogni cinque anni, ma con un periodo che può variare fra i 3 e i 7 anni, nei mesi di dicembre e gennaio. Questo fenomeno, che incide sul clima a scala globale, consiste in un anomalo riscaldamento delle acque superficiale dell”oceano Pacifico equatoriale. Fino a pochi decenni fa, l’arrivo di El Niño era previsto dai pescatori della costa peruviana che uscendo sul Pacifico notavano a proprie spese un anomalo riscaldamento delle acque superficiali antistanti le la costa del Perù, che a sua volta provocava una forte riduzione della pescosità. El Niño costituisce la parte più oceanica del fenomeno, che viene accoppiato alla parte atmosferica nota come Southern Oscillation. La circolazione atmosferica presente in gran parte sull’oceano Pacifico equatoriale è chiamata circolazione di Walker.
In condizioni “normali” si ha la seguente situazione:
Sul settore centro-occidentale, Australia per intenderci, a causa della presenza di acque calde e per la direzione di determinati venti, si crea una bassa pressione che porta una piovosità molto alta. Viceversa, sul settore centro-orientale, coste Ecuadoriane, Peruviane ecc.. , si ha un’alta pressione e presenza di acque molto fredde provenienti dall’Antartide. Queste acque fredde sono la causa di una piovosità molto scarsa che porta Paesi come Cile, Perù e Ecuador meridionale ad essere territori molto aridi. Una cosa positiva di queste acque è che portano i mari ad essere molto pescosi e quindi prolifici per i pescatori locali.
In condizioni di El Niño, si ha un cambiamento totale delle condizioni meteo-marine del Pacifico. Quello che avviene è facilmente intuibile nell’immagine sottostante, ossia un riscaldamento totale delle acque del Pacifico equatoriale che si spinge dalle coste Australiane a quelle del Messico, del Ecuador ecc… Questo porta alla formazione di un’alta pressione sul settore centro-occidentale e quindi ad un anomalo aumento delle temperature in Paesi come Australia, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea ecc. Dal lato opposto invece si ha un aumento della piovosità sulle coste pacifiche di tutta l’America a causa del riscaldamento delle acque; durante questo periodo nel deserto dell’Atacama si possono verificare delle piogge anche a carattere di rovescio. Le piogge si concentrano in modo particolare dove si hanno le maggiori anomalie termiche positive oceaniche, ossia: costa Peruviana, costa Ecuadoriana, Panama, Messico e costa californiana.
Cos’è accaduto in questi ultimi mesi?
El Niño ha iniziato a far vedere i suoi effetti. Infatti in California si è registrato una piovosità molto alta rispetto alla siccità prevista durante il periodo estivo.
In Australia invece nei prossimi mesi affronteranno l’estate, ma sin da ora si fanno i calcoli su quanto sarà l’anomalia per quanto riguarda le temperature. Normalmente l’estate seguente a El Niño crea condizioni molto calde e secche per i successivi 9 mesi. Trattandosi quest’anno di “strong El Niño” potrebbero verificarsi eventi estremi come: ondate di calore eccessive , dust storms imponenti, grossi incendi ecc.. Ma gli effetti principali e più devastanti sono al momento previsti per Maggio 2016. Allora si potrebbe assistere agli effetti più forti dovuti a El Niño.
Le anomalie delle temperature in Australia sono riassunti in questa cartina:
Cosa potrà accadere e quali saranno gli effetti nel resto del mondo è difficile da decifrare con molto tempo di anticipo. Se ci saranno eventi estremi bisognerà vedere se è un effetto causato dall’azione di El Niño o se sarà dovuto da altro. Quello che ci aspetta questo autunno e questo inverno sarà tutto da scoprire, rimanete quindi sintonizzati con METEOINDIRETTA.IT per i costanti aggiornamenti.
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