C’è la concreta possibilità che il 2015 chiuda con un’anomalia tale da farlo risultare l’anno più caldo negli archivi a noi disponibili. Così titola un articolo pubblicato qualche giorno fa dal NOAA, l’ente di amministrazione Statunitense per atmosfera ed oceano.
Che fosse stata un’estate calda ce ne eravamo accorti tutti, ma probabilmente pochi si aspettavano la rimonta calda che ha interessato le regioni meridionali nelle ultime settimane, ovvero in pieno autunno. Analizzando le anomalie misurate nell’ultima settimana in Europa, ovvero le differenze rispetto alla media trentennale 1981-2010, è immediato collocare la zona più calda a ridosso dei Balcani e della nostra penisola.
Ma come è andata la situazione nel resto del mondo?
Secondo dati ancora non validati ufficialmente, l’emisfero nord ha registrato un’anomalia complessiva di circa +0.6°C, mentre a livello globale ci siamo fermati a “solo” +0.35°C. Analizzando invece i dati validati del NOAA, che si fermano al mese di Luglio, si ottiene un quadro leggermente diverso. L’immagine sottostante mostra le anomalie termiche su tutto il globo per il periodo Gennaio-Luglio 2015: non è difficile rendersi conto di come le aree rosse (più calde della media) prevalgano nettamente.
Il confronto tra la serie temporale delle anomalie termiche globali misurate durante il 2015 e quelle degli anni più caldi presenti negli archivi è impietoso: l’anno ancora in corso (linea nera nella figura sottostante) batte praticamente tutti i record, con anomalie mensili che risultano sempre superiori a quelle degli altri anni (2014, 2010, 2013, 2005, 2009, 1998). Da notare, inoltre, come gli ultimi 3 anni siano tutti presenti in questa classifica: niente di cui essere orgogliosi, ovviamente.
Ispirati da questa “superiorità” numerica schiacciante del 2015, gli scienziati del NOAA hanno tentato di quantificare la probabilità che l’anno in corso si concluda come quello più caldo negli archivi. Al fine di rendere l’analisi il più oggettiva possibile, non sono stati utilizzati modelli climatici, che sono affetti da notevoli errori, ma solo un metodo numerico basato su simulazioni probabilistiche (MonteCarlo simulations, in gergo tecnico). Ebbene, considerando le incertezze associate con la proiezione per il futuro, c’è un 97% di probabilità che il 2015 risulti l’anno più caldo negli archivi degli ultimi 200 anni, come mostra l’immagine sottostante.
Da sottolineare che la robustezza di questo risultato dipende sopratutto dall’andamento già osservato per il 2015: in poche parole, date le pesanti anomalie misurate fino ad ora e l’andamento tipico dell’atmosfera è altamente improbabile (minore del 3%) che i prossimi mesi risentano di un qualche raffreddamento capace di annullare i valori nettamente anomali. Considerando che questa analisi faceva utilizzo di dati fino a Luglio, e tenendo a mente le anomalie del mese di agosto e settembre, non c’è molto da contestare, purtroppo…
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