Le Northern Lights conosciute più comunemente con l’appellativo latino di Aurora Borealis, sono un fenomeno luminoso naturale che si può osservare nei cieli dell’emisfero terrestre settentrionale generalmente a latitudini elevate. Esiste ovviamente anche l’Aurora Australis che si può osservare nell’emisfero meridionale.
L’aurora boreale, (o australe) è generata dall’interazione tra le particelle cariche provenienti dal Sole e le molecole del gas che costituiscono la nostra atmosfera terrestre e che produce dell’energia sotto forma di luce visibile. Ogni singola interazione genera un piccolo flash di luce e miliardi di questi piccoli flash in sequenza generano l’effetto di una tenda di luce che sembra danzare in cielo.
Volendo scendere nei dettagli, possiamo definire l’aurora boreale come un fenomeno ottico dell’atmosfera terrestre, caratterizzato principalmente da bande luminose di un’ampia gamma di forme e colori rapidamente mutevoli nel tempo e nello spazio, tipicamente di colore rosso-verde-azzurro detti archi aurorali.
Il fenomeno è causato dall’interazione di particelle cariche (protoni ed elettroni) di origine solare (vento solare) con la ionosfera terrestre (atmosfera tra i 100 – 500 km): tali particelle eccitano gli atomi dell’atmosfera che “diseccitandosi” in seguito emettono luce di varie lunghezze d’onda. A causa della geometria del campo magnetico terrestre, le aurore sono visibili in due ristrette fasce attorno ai poli magnetici della Terra, dette ovali aurorali. Le aurore boreali visibili ad occhio nudo sono prodotte dagli elettroni, mentre quelle di protoni possono essere osservate solo con l’ausilio di particolari strumenti, sia da terra sia dallo spazio.
L’origine dell’aurora boreale si trova a 149 milioni di km dalla Terra, cioè sul Sole. La comparsa di un grande gruppo di macchie solari è la prima avvisaglia di una attività espulsiva di massa coronale intensa. Le particelle energetiche emesse dal Sole viaggiano nello spazio formando il vento solare. Questo si muove attraverso lo spazio interplanetario (e quindi verso la Terra, che può raggiungere in 50 ore) con delle velocità tipicamente comprese tra i 400 e gli 800 km/s, trascinando con sé parte del campo magnetico solare (campo magnetico interplanetario). Il vento solare, interagendo con il campo magnetico terrestre detto anche magnetosfera, lo distorce creando una sorta di “bolla” magnetica, di forma simile ad una cometa.
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