Uno studio rivela l’impatto sociale ed economico del marine litter a livello globale.
Uno studio pubblicato su Marine Pollution Bulletin afferma che l’inquinamento da plastica negli oceani del mondo arriva a costare 2.500 miliardi di dollari all’anno in risorse perse o danneggiate. Il marine litter, con la sua influenza negativa sul benessere globale, ha contribuito a una diminuzione del 1-5% circa del beneficio ricavabile dagli oceani. La plastica che entra sistematicamente negli oceani di tutto il mondo ammonta a circa 8 milioni di tonnellate all’anno.
Nicola Beaumont , economista ambientale del Plymouth Marine Laboratory che ha guidato lo studio, ha dichiarato che l’indagine è stata la prima del suo genere ad esplorare l’impatto sociale ed economico della plastica in mare e a tradurlo in costi. “Sappiamo che dobbiamo fare più ricerche per perfezionare, ma siamo convinti che questi sono già una sottostima dei costi reali per la società umana globale”, ha affermato Beaumont. Gli autori dello studio sottolineano inoltre che le stime non tengono conto degli impatti diretti e indiretti sulle industrie del turismo, dei trasporti, della pesca e sulla salute umana.
I dati raccolti rilevano un impatto devastante su zooplancton, invertebrati, pesci, tartarughe, uccelli e mammiferi e sottolineano la vastissima diffusione del fenomeno in ogni parte del mondo. La permanenza ultra decennale della plastica in mare, che arriva a percorrere oltre 3.000 chilometri dal punto di origine, è inoltre responsabile della creazione di nuovi habitat per batteri e alghe. La colonizzazione di questi organismi, afferma la ricerca, contribuisce ad aumentare il rischio di diffusione di specie invasive e di malattie.
Quantificare gli enormi costi associati ai rifiuti di plastica in mare vuol dire, secondo Beaumont, richiamare l’attenzione in termini più tangibili sull’importanza di “proteggere i mari per le generazioni future”. Per riciclare una tonnellata di plastica, afferma, si parla di centinaia (di dollari), a fronte delle migliaia che costa se questa entra nell’ambiente marino. “Stiamo negoziando sul carbonio per ridurre le emissioni nell’atmosfera, quindi dovremmo essere in grado di fare qualcosa di simile con la plastica. Speriamo che questo studio evidenzi la realtà del problema della plastica per gli umani”, dichiara Beaumont.
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